È stato un incontro proficuo e importante, per me.
Con il presidente Tagliarini e con gli operai abbiamo parlato di molte delle questioni che riguardano il futuro di questa partecipata comunale e delle prospettive dei lavoratori, e come consigliere comunale ho potuto farmi un’idea più precisa delle soluzioni che l’amministrazione potrebbe adottare per affrontare e superare le difficoltà nelle quali In House si trova in questo momento e per fare in modo che continui ad essere patrimonio e risorsa per il nostro Comune.
Sono convinta che come amministrazione dobbiamo mettere in campo ogni sforzo necessario a salvaguardare il lavoro delle persone che operano dentro Alghero in House e a fare in modo che Alghero città possa avvantaggiarsi – grazie a questi lavoratori – di servizi pubblici sempre più efficienti e utili per la nostra città.
Si tratta ora di capire quale tra le soluzioni è realmente praticabile, quale è la migliore nel senso che offre le maggiori garanzie per i lavoratori e i maggiori vantaggi per la collettività; e poi si tratta di metterla subito in campo questa soluzione individuata, con determinazione e tempestività, senza incertezze e tentennamenti. E senza dimenticare, naturalmente, che qualunque decisione venga presa dovrà essere quanto più possibile condivisa con i lavoratori e con la città.
Rimane comunque aperta una domanda per la quale come consigliere di maggioranza non ho ancora ricevuto una soddisfacente risposta.
Sapevamo già dal 1 gennaio che a partire da quest’anno In House non avrebbe più goduto dei fondi regionali. Avremmo quindi dovuto iniziare immediatamente a ragionare per capire come trattenere servizi e posti di lavoro.
Perché invece questo ritardo? Perché ancora una volta non siamo riusciti a prendere il toro per le corna e a governare la situazione, affrontando di petto il nuovo scenario?
Se fosse stata evitato un po' di questa inerzia, oggi le idee sarebbero più chiare, le vie d’uscita già tracciate, e tanti cittadini molto meno preoccupati.
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