venerdì 10 maggio 2013

"Una storia del depuratore di Alghero", di Paola Correddu

Ospito un intervento di Paola Correddu. Questo documento è lo schema della relazione di Paola all'incontro pubblico sul depuratore del 7 Maggio 2013 (n.l.)





Il depuratore di S. Marco
L'iter burocratico

Progetto Preliminare redatto dall’Ing. Antonio Era in data 31.12.2002
Approvato con Delibera di GC n ° 31del 13.02.2003
Progetto Definitivo redatto sempre dall’Ing. Era
Approvato con Delibera di GC n ° 328 del 15.10.2003

Autorizzato dall’Ass. Ambiente Serv. Tutela Acque del 03.07.2003

Autorizzato dall’Ass. Difesa Ambiente S.I.V.I.A non soggetto a procedura VIA del 23.12.2003

Autorizzato dall’Ass Regionale Ufficio Tutela Paesaggio del 26.09.2003

Importo complessivo del progetto definitivo € 18.900.000

Opera finanziata con Ordinanza del Commissario Governativo per l’Emergenza Idrica in Sardegna n ° 362 del 01.08.2003 su fondi CIPE (Comitato Interministeriale Programmazione Economica).

Finanziamento convertito nel POR Sardegna 2000-2006 Asse 1(Programma Organizzativo Regionale)

La gara d’appalto aggiudicata in data 23.01 2004.

L’appalto prevedeva che la ditta risultante miglior offerente progettasse la fase esecutiva dell’opera.

L’aggiudicazione dell’appalto fu appannaggio dell’Associazione Temporanea di Imprese composta dalla A.T.I SIBA Spa di Milano (società capofila) dalla Mario Ticca Srl di Sassari e dalla SA.GI.DEP Srl di Mantova.

Stipula contratto d’appalto tra Comune e assuntore dei lavori 08.02.2005

Progetto Esecutivo approvato con Delibera di GC n °761 del 28.12.2005

Apertura cantiere 7 Aprile 2006

Tempo contrattuale per l’esecuzione dei lavori pari a 400 giorni spiranti l’11.05.2007

Operazione di avviamento della durata di almeno 80 giorni autorizzate in data 31.10.2008.

Ultimazione delle operazioni di avviamento e messa a regime 18.02.2009

Consegna provvisoria delle opere alla Amministrazione 18.02.2009

Inaugurazione dell’impianto 11.02.2009

Completamento gestione controllata 24.09.2010

Trasferimento della gestione ad Abbanoa Spa 18.05.2011

Responsabile unico del procedimento Geometra Ingrid Crabuzza

Trasformazione del Mariotti in stazione di pompaggio

Dati estrapolati da verbale di collaudo finale. Documento ufficiale del 13.12.2011


Il depuratore di S. Marco è stato progettato per trattare i reflui di 43.500 abitanti equivalenti (AE) nella bassa stagione e 77.500 nell’alta stagione, con portate rispettivamente pari a 12.000 e 18.000 mc/die partendo da dati ottenuti attraverso una campagna di monitoraggio effettuata da tecnici specializzati che partì dal 13.12.1999 ed ebbe termine il 01.02.2000.

Gli abitanti equivalenti (AE) indicano la quantità di sostanza organica biodegradabile convogliata in fognatura nell’arco delle 24 ore, prodotta tenendo conto non solo delle utenze domestiche e quindi del numero dei residenti, ma anche delle attività produttive e dei servizi.

Gli AE si calcolano partendo dalla portata giornaliera rilevata e calcolando la richiesta biochimica quotidiana di O2 (BOD) e la richiesta chimica quotidiana di O2 (COD).

Dati estrapolati dal progetto preliminare. Documento ufficiale del 2002


Perché costruire un nuovo depuratore e perché proprio a S. Marco?
La scelta fra quattro ipotesi in campo.

La depurazione delle acque reflue di Alghero, fino all’entrata in funzione del nuovo depuratore, veniva svolta dal depuratore “Mariotti” costruito in adiacenza all’area cimiteriale e situato a poche centinaia di metri dalle più vicine abitazioni. L’impianto “Mariotti” fu causa di vivaci proteste a causa delle esalazioni maleodoranti, soprattutto nel periodo estivo, e dell’inquinamento acustico prodotto dalle macchine.

Già durante l’Amministrazione Baldino prese corpo l’idea di sfruttare il costruendo depuratore dell’ASI (Area di Sviluppo Industriale), sito in regione S. Marco, attraverso un’operazione di potenziamento di quest’ultimo tale da consentire anche l’accoglimento dei reflui urbani.


Non avendo raggiunto un accordo con il Consorzio ASI, il Comune di Alghero procedette, sotto la Giunta Tedde, al vaglio di quattro ipotesi di soluzione per risolvere il problema dell’impianto Mariotti:
  1. Ampliare il depuratore “Mariotti”
  2. Convogliare liquami all’impianto di depurazione di S.Marco, in via di realizzazione, progettato per ricevere i soli liquami della zona industriale
  3. Ampliare il depuratore di S.M.La Palma sottoutilizzato
  4. Realizzare nuovo impianto nella zona di Surigheddu

L’ipotesi S.M.La Palma venne abbandonata a priori per l’eccessiva lunghezza del percorso.

Di ognuna delle altre tre ipotesi venne studiata la fattibilità e vennero stimati i costi di realizzazione e di gestione. E qui viene il bello!

L’ipotesi di addurre i liquami prodotti dalla città di Alghero al nuovo impianto di depurazione dell’ASI doveva tener conto della capacità di recepire un liquame complesso, costituito da reflui prodotti dagli insediamenti produttivi dell’area industriale e reflui della zona urbana.
Da subito si evidenziò l’impossibilità oggettiva che il depuratore dell’A.S.I. potesse recepire quantitativi consistenti di liquami provenienti dalla città di Alghero e parve chiara l’impossibilità di ottenere un effluente a norma di legge in materia di depurazione delle acque.
Per questo motivo si fece strada la soluzione di costruire un nuovo impianto autonomo nell’area S. Marco, in linea a quello esistente per la depurazione dei reflui industriali, realizzando una condotta di 1,9 km che dal Mariotti, in pressione, giungesse fino a Monte Agnese, dove veniva prevista la realizzazione di una vasca di accumulo, da cui poi il liquame sarebbe arrivato al depuratore di S.Marco per gravità con una tratta di 9,1 km.

L’ipotesi Surigheddu prevedeva la realizzazione di una condotta di 1,6 km che a pressione sarebbe andata dall’impianto esistente fino alla C. Angelo Custode; un secondo tratto di 1,9 km da Angelo Custode a C. Iscala Mala a pelo libero; un terzo tratto di 1,5 km a pressione fino al al nuovo impianto di depurazione, in zona “Sas Donzellas”; il tutto per complessivi 5 km. A questo si sarebbe aggiunta la realizzazione di una stazione di sollevamento e relativa condotta in grado di recapitare l’effluente affinato per l’utilizzo in agricoltura nel bacino destinato al contenimento delle acque irrigue da ubicare nelle immediate vicinanze del nuovo impianto di depurazione a circa 1km.

Nella valutazione a confronto rimanevano dunque tre ipotesi:
  1. ampliamento del Mariotti con aggiunta dei trattamenti terziari per l’utilizzo in agricoltura delle acque depurate e con condotta di allacciamento al sistema irriguo;
  2. delocalizzazione dell’impianto con collocazione nell’area industriale presso l’impianto denominato S. Marco completo di trattamento terziario e collegamenti per immettere nel sistema irriguo della Nurra le acque depurate e raffinate;
  3. delocalizzazione dell’impianto sempre completo di trattamento terziario in una nuova area denominata Surigheddu e con sistema di immissione delle acque depurate e raffinate nell’esistente invaso “Sa Misericordia”.

Confronto dei costi di gestione
Le spese relative alla depurazione venivano indicate come praticamente identiche per tutte e tre le soluzioni. Al contrario, risultavano differenti le spese per i consumi di energia, sia per il pompaggio dei liquami dal Mariotti al nuovo impianto, sia per il pompaggio dell’effluente depurato al riutilizzo e cioè nella rete del Consorzio di Bonifica della Nurra per la soluzione S. Marco, nel bacino di contenimento Sa Misericordia sia per la soluzione che prevedeva il mantenimento dell’impianto “Mariotti” sia per la soluzione che prevedeva il nuovo impianto a Surigheddu.


In base al calcolo delle pendenze, al calcolo dei consumi di energia elettrica sia nel periodo estivo che in quello invernale, venivano calcolati i costi annui di gestione che risultavano pari a 201.944 € all'anno per l’impianto di S. Marco e di 337.200 € all'anno per impianto confermato in “Mariotti” e per impianto a Surigheddu.


Confronto costi di costruzione

Ampliamento Mariotti: € 16.546.000

Realizzazione impianto S. Marco: € 19.013.000

Realizzazione impianto Surigheddu: € 16.444.000

L’ampliamento del Mariotti alla fine venne giudicato non vantaggioso economicamente e quindi venne escluso, adducendo come motivazione che, per la sua collocazione all’interno del tessuto urbano, si sarebbero perpetuati tutti i gravi inconvenienti sino ad allora rilevati!

Riguardo le altre due soluzioni si sottolineava che Surigheddu avrebbe comportato maggiori costi per i consumi di energia elettrica ma , considerato che l’impianto avrebbe trattato almeno 5.000.000 di mc/a, tale maggiore costo si sarebbe tradotto in poco più di 2 centesimi di € al mc di acqua depurata, compensato dal valore dell’acqua da inviare in agricoltura pari a 50 centesimi di € al mc. Tale maggior costo veniva considerato come insignificante anche in considerazione che la commistione dei reflui industriali, nel caso di ubicazioni a S. Marco avrebbe limitato il valore dell’acqua da inviare in agricoltura e che la potenzialità di trattamento dell’impianto ASI non avrebbe potuto alleggerire nei suoi compiti il depuratore comunale.

Entrambe le ipotesi prevedevano un trattamento terziario spinto tale da produrre acqua con contenuti di sostanze organiche e solidi sospesi addirittura inferiori a quelli dei corsi d’acqua e dunque perfettamente compatibile con ogni tipo di destinazione d’uso.

Insomma l’ubicazione a S. Marco avrebbe comportato dei vantaggi solo per l’area industriale e non per il comune di Alghero.
Dopo tutte queste belle premesse che fanno propendere per una maggiore convenienza dell’ipotesi Surigheddu, sapete quali sono le conclusioni riportate nel Progetto Preliminare?
“Sulla base di tutto quanto sopra esposto e riassunto, sentito preliminarmente il Comune, si è optato per la scelta di posizionare in S. Marco l’impianto del Comune di Alghero in quanto si è ritenuto che tale posizione risulta baricentrica rispetto all’intero territorio...”
Chi è stato sentito in Comune?
Che cosa significa posizione baricentrica?
Insomma le premesse del documento non sono congrue con le conclusioni per cui non ci è consentito di comprendere perché si è deciso di costruire il nuovo depuratore a S. Marco.

Dati tratti sempre dal progetto preliminare. Documento ufficiale del 2002.


Questioni aperte per le quali si cercano risposte

Si tratta di domande a cui i cittadini di Alghero dovrebbero pretendere precise risposte da parte dell’Amministrazione Tedde, che ha la responsabilità politica del problema della “marea gialla” e dei danni ambientali, economici e di immagine conseguenti.

Perché dimensionare il nuovo depuratore a 77.500 AE?

Dati ufficiali in possesso dell’Amministrazione Comunale sin dagli anni 2000, dimostravano chiaramente che la quantità di reflui trattata dal depuratore Mariotti non era inferiore mediamente a 23.000 mc/die, toccando punte di 27.000 mc/die nella stagione estiva. E quindi il nuovo impianto di S. Marco si sarebbe trovato a trattare 8/9 ml ca di mc/a e non i 5 ml previsti.

Una richiesta di chiarimento in merito a ciò venne posta dai Consiglieri Sechi e Tilloca di Alghero Viva in una interrogazione del 2003, e nel 2008 in una interrogazione dei Consiglieri Daga e Tedde che sottolinearono come il depuratore Marotti avesse una autorizzazione allo scarico da parte della Provincia, per un fabbisogno di 110.000 AE dopo i lavori di adeguamento del 2004. Cosa non negata dall’Amministrazione nella risposta ma giustificata dalle grosse perdite idriche di quell’epoca che determinarono un incremento delle portate. Anche Abbanoa, nella sua relazione del 2011, confermava che la portata media dei reflui era pari a 23.000 mc/d nei periodi di alta stagione e 18.000 mc/d in bassa stagione.

Perché non venne fatta la valutazione dell'impatto ambientale (VIA)?

La guida alla progettazione dei sistemi collettamento e depurazione delle acque reflue urbane, emanata dal Ministero dell’Ambiente, indicando i criteri da adottare per la costruzione dei nuovi depuratori e dei rispettivi sistemi di collettamento e smaltimento, confermava l’obbligo della VIA nel caso di costruzioni di depuratori superiori a 100.000 AE nel caso di siti non sensibili e 50.000 AE nel caso di siti sensibili. Sottodimensionare il depuratore di S. Marco è stato un accorgimento per non incorrere negli obblighi della VIA che sarebbe stata obbligatoria se la potenzialità dichiarata fosse stata di 100.000 AE?

Ma anche prendendo per buoni i 77.500 AE dichiarati, considerato che lo stagno del Calich era compreso nei siti sensibili così come indicato nel programma stralcio regionale del Piano Recupero delle Acque, questo avrebbe dovuto comunque imporre obbligatoriamente una VIA, anche con soli 50.000 AE.

Al quesito posto dai consiglieri Daga e Tedde in merito a questo aspetto, sempre in quella interrogazione del 2008, l’Amministrazione rispondeva che il Calich ricade in area sensibile ma il nuovo depuratore dista circa 8,5 km dall’area sensibile, con forte effetto di diluizione e laminazione delle portate in uscita e con abbattimento dei carichi inquinanti. Quindi non essendo ubicato in area sensibile non era assolutamente necessario procedere alla VIA. Spiegazione che forse poteva essere valida se lo sversamento dei reflui nel Calich fosse stato eccezionale, ma non per uno sversamento funzionale al depuratore come fu sin dal suo avviamento.

Perché i reflui depurati non furono usati in agricoltura?

Il finanziamento ricevuto per la costruzione del nuovo depuratore era finalizzato ad un utilizzo razionale e sostenibile delle risorse idriche eliminando o riducendo le quantità di reflui scaricati in ambiente e generando, nel contempo, una risorsa alternativa. Un costo progettuale economicamente più oneroso era giustificato da un riutilizzo dei reflui in agricoltura.

Ma già nella relazione tecnica allegata al progetto preliminare era detto che solo una parte di quei reflui sarebbe stata utilizzata in agricoltura, per un totale pari a 1.765.000 mc/a, mentre i restanti 3 ml ca di mc/a, non trattati allo stesso livello di quelli destinati a scopo irriguo, sarebbero stati immessi nel, Rio Filibertu e quindi nel Calich zona umida sensibile in cui, per gli effetti della Legge n° 152/99 non si possono immettere acque reflue. Già nel 2003 Alghero Viva interrogava il Sindaco su come mai i reflui depurati prodotti a S. Marco non venissero convogliati in un bacino per poi essere riutilizzati come previsto dalla legge.

Ancora nell’interrogazione di Daga e Tedde del 2008 il Sindaco veniva interrogato sulla veridicità del fatto che solo una parte dei reflui potesse essere utilizzata dal Consorzio di Bonifica e solo nei periodi irrigui, con sversamento dei reflui non trasferiti e di quelli trattati nel periodo non irriguo nel Rio Filibertu, affluente del Calich, considerando questo scarico come non saltuario ed emergenziale ma come sversamento continuo e funzionale del costruendo depuratore.

L’amministrazione rispondeva confermando che i reflui sarebbero stati conferiti tutto l’anno al Consorzio di Bonifica della Nurra visto che il Consorzio stesso avevaconfermato una capacità di recepimento nella rete irrigua delle acque depurate variabile da 30.000 mc/die (aprile-ottobre) a 21.600mc/die (novembre-marzo). Solo le portate in esubero o in caso di condizioni di disservizio del sistema irriguo si sarebbe proceduto allo sversamento nel Rio Filibertu, da intendersi come saltuario ed emergenziale.
Peccato che sin dall’avvio del depuratore di S. Marco questo non è mai successo. Anzi. E’ vero il contrario e cioè che tutto il carico dei reflui depurati è arrivato quotidianamente nel Calich come si temeva. Peccato che nel piano di gestione dei reflui del Consorzio di Bonifica del 2011, nel grafico presente a pagina 28, si capisce chiaramente come il riutilizzo in agricoltura non sarà totale ma variabile durante le stagioni. La stagione irrigua ufficiale è infatti di soli cinque mesi, da maggio a settembre. Negli altri mesi il riuso è parziale e tra dicembre e marzo è addirittura nullo.

Insomma per il momento solo risposte inconsistenti e poco convincenti da parte dell’Amministrazione Tedde.

Paola Correddu

1 commento:

  1. Questa è la storia. Poi ci sono gli errori di impostazione e progettazione. Si continua a parlare di S. Marco, ma in realtà l'impianto inizia al Mariotti con la fase di grigliatura, e poi con un unico tubo porta i liquami nella zona industriale. Posare due tubi nella traccia dove è posato il primo non aumenta i costi, ma dà la sicurezza in caso di rotture. Il tutto al costo di 250000 euro l'anno di energia elettrica. Al Mariotti bastava la forza di gravità.

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